Luciano Ligabue - 1999 Questa canzone è un classico, Ligabue vuole far capire che nel calcio il mediano è colui che non è pubblicizzato come gli attaccanti che segnano o non è il più amato dai tifosi, ma è quello che si sacrifica di più per la squadra, quello che corre di più e magari non è fortissimo tecnicamente ma cattivo (calcisticamente) e con tanta grinta. Questa metafora può essere interpretata anche nella vita di tutti i giorni, che in fondo le persone che fanno il lavoro sporco, che lavorano sotto senza suscitare troppe attenzioni sono quelle che alla fine creano più sostanza. Ts_quedra Una vita da mediano
a recuperar palloni nato senza i piedi buoni lavorare sui polmoni una vita da mediano con dei compiti precisi a coprire certe zone a giocare generosi lì sempre lì lì nel mezzo finchè ce n'hai stai lì una vita da mediano da chi segna sempre poco che il pallone devi darlo a chi finalizza il gioco una vita da mediano che natura non ti ha dato nè lo spunto della punta nè del 10 che peccato lì sempre lì lì nel mezzo finchè ce n'hai stai lì stai lì sempre lì lì nel mezzo finchè ce n'hai finche ce n'hai stai lì una vita da mediano da uno che si brucia presto perché quando hai dato troppo devi andare e fare posto una vita da mediano lavorando come Oriali anni di fatica e botte e vinci casomai i mondiali lì sempre lì lì nel mezzo finchè ce n'hai stai lì stai lì sempre lì lì nel mezzo finchè ce n'hai finchè ce n'hai stai lì
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Francesco De Gregori - 1980 Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore, Resipiscenza Prooooooof!!! Riascoltando la canzone "La leva calcistica della classe 68", mi sono accorta di averla molto sottovalutata! "Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore, Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore" "E chissà quanti ne hai visti e quanti ne vedrai, di giocatori tristi che non hanno vinto mai Ed hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro, e adesso ridono dentro al bar..." E' una grande metafora! Non si riferisce solo al calcio o agli sport in generale, ma vuole significare che nella vita bisogna mettersi in gioco, non bisogna aver paura di sbagliare e non si deve mirare sempre ai risultati. Non bisogna tirarsi indietro, se no si finisce come "i giocatori che non hanno vinto mai, ed hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro, e adesso ridono dentro al bar", che hanno il presentimento di non aver fatto tutto ciò che avrebbero potuto, che hanno sempre avuto paura di sbagliare e non si sono mai messi in gioco. Perché non è dai risultati che si giudica un "giocatore", ma dal coraggio che ha nel fare le cose pur non essendo certo che gli vengano bene. Conta soprattutto l'averci provato. Mi ero proprio fatta un'idea sbagliata di questa canzone... Bolladisapone Sole sul tetto dei palazzi in costruzione,
sole che batte sul campo di pallone e terra e polvere che tira vento e poi magari piove. Nino cammina che sembra un uomo, con le scarpette di gomma dura, dodici anni e il cuore pieno di paura. Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore, un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia. E chissà quanti ne hai visti e quanti ne vedrai di giocatori tristi che non hanno vinto mai ed hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro e adesso ridono dentro al bar, e sono innamorati da dieci anni con una donna che non hanno amato mai. Chissà quanti ne hai veduti, chissà quanti ne vedrai. Nino capì fin dal primo momento, l'allenatore sembrava contento e allora mise il cuore dentro alle scarpe e corse più veloce del vento. Prese un pallone che sembrava stregato, accanto al piede rimaneva incollato, entrò nell'area, tirò senza guardare ed il portiere lo fece passare. Ma Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore, un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia. Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette, questo altro anno giocherà con la maglia numero sette. |
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