FANTASCIENZA
Il termine "fantascienza" è composto da due parole: "fanta" (fantasia) e "scienza". E' un tema che tratta fatti fantastici che, però, hanno un fondamento scientifico. Il linguaggio è moderno e tecnologico e il racconto può essere ambientato su pianeti sconosciuti oppure sulla Terra abitata da alieni. I personaggi sono per lo più forme di vita a noi sconosciute ed esseri umani che si ritrovano in situazioni stravaganti.
- In classe abbiamo letto vari racconti:
- - "Sentinella" di F. Brown
- - "La risposta" di F. Brown
- - "Parola chiave" di I. Asimov
- - "Razza di deficienti" di I. Asimov
- - "Il magazzino dei mondi" di R. Sheckley
- - "I negri verdi" di L. Brackett-
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Era bagnato fradicio e coperto di fango e aveva fame freddo ed era lontano 50mila anni-luce da casa. Un sole straniero dava una gelida luce azzurra e la gravità doppia di quella cui era abituato, faceva d’ogni movimento un’agonia di fatica.
Tornò a voltarsi verso la macchina. “C’è Dio?”. L’immensa voce rispose senza esitazione, senza il minimo crepitio di valvole o condensatori.
Jack Weaver uscì dalle viscere del Multivac con un’aria più stanca e disgu-stata che mai.Dallo sgabello dove se ne stava pigramente seduto, Todd Nemerson disse: «Niente?». «Niente», disse Weaver. «Niente, niente, niente. Nessuno riesce a scoprire cosa diavolo si sia guastato.»
Naron, dell'antichissima razza di Rigel, era il quarto della sua stirpe che teneva i registri galattici. Aveva un libro grande, con l'elenco delle innumerevoli razze di tutte le galassie che avevano sviluppato una forma d'intelligenza, e quello, notevolmente più piccolo, nel quale erano registrate tutte le razze che, raggiungendo la maturità, venivano giudicate adatte a far parte della Federazione Galattica.
Il signor Wayne raggiunse l'estremità del lungo ammonticchiarsi, ad altezza d'uomo, di grigie macerie, e qui si trovava il Magazzino dei Mondi.
Era esattamente come i suoi amici l'avevano descritto: una piccola baracca costruita con frammenti di legname, pezzi d'automobile, un lastrone di ferro galvanizzato, qualche fila di mattoni mezzi sbriciolati, il tutto impiastricciato di sbiadita vernice azzurra.
Nella vallata pioveva ininterrottamente da trentasei ore. La gente aveva abbandonato le case per cercare salvezza in zone più alte. Piante sradicate e tronchi d'albero urtavano contro i vecchi edifici in legnodella strada principale. Nell'atrio del Grand Falls Hotel, i portacenere di ottone galleggiavano vicino al soffitto.