Francesco De Gregori - 1980 Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore, Resipiscenza Prooooooof!!! Riascoltando la canzone "La leva calcistica della classe 68", mi sono accorta di averla molto sottovalutata! "Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore, Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore" "E chissà quanti ne hai visti e quanti ne vedrai, di giocatori tristi che non hanno vinto mai Ed hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro, e adesso ridono dentro al bar..." E' una grande metafora! Non si riferisce solo al calcio o agli sport in generale, ma vuole significare che nella vita bisogna mettersi in gioco, non bisogna aver paura di sbagliare e non si deve mirare sempre ai risultati. Non bisogna tirarsi indietro, se no si finisce come "i giocatori che non hanno vinto mai, ed hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro, e adesso ridono dentro al bar", che hanno il presentimento di non aver fatto tutto ciò che avrebbero potuto, che hanno sempre avuto paura di sbagliare e non si sono mai messi in gioco. Perché non è dai risultati che si giudica un "giocatore", ma dal coraggio che ha nel fare le cose pur non essendo certo che gli vengano bene. Conta soprattutto l'averci provato. Mi ero proprio fatta un'idea sbagliata di questa canzone... Bolladisapone Sole sul tetto dei palazzi in costruzione,
sole che batte sul campo di pallone e terra e polvere che tira vento e poi magari piove. Nino cammina che sembra un uomo, con le scarpette di gomma dura, dodici anni e il cuore pieno di paura. Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore, un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia. E chissà quanti ne hai visti e quanti ne vedrai di giocatori tristi che non hanno vinto mai ed hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro e adesso ridono dentro al bar, e sono innamorati da dieci anni con una donna che non hanno amato mai. Chissà quanti ne hai veduti, chissà quanti ne vedrai. Nino capì fin dal primo momento, l'allenatore sembrava contento e allora mise il cuore dentro alle scarpe e corse più veloce del vento. Prese un pallone che sembrava stregato, accanto al piede rimaneva incollato, entrò nell'area, tirò senza guardare ed il portiere lo fece passare. Ma Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore, un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia. Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette, questo altro anno giocherà con la maglia numero sette.
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Autore3B ArchiviTitoli |